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Lot 342

Appianus Alexandrinus. Appianou Alexandreos Romaikon (graece)... Romanarum historiarum... Lutetiae: typis regiis, cura ac diligentia Caroli Stephani, 1551. In-folio (mm 329x206). Pagine 393, [3]. Marca tipografica xilografica. Iniziali xilografiche ornate. LEGATO CON: Iustinus (santo). Tou agiou Ioustinou filosofou kai marturos Zena [graece]... Lutetiae: ex officina Roberti Stephani typographi regii, regiis typis, 1551. Pagine 311, [3]. Marca tipografica xilografica. Iniziali xilografiche ornate su nove linee, testatine incise in legno disegnate da Geoffroy Tory. Esemplare in buono stato di conservazione, restauro a porzione del margine superiore bianco delle prime due carte della prima opera legata. Legatura secentesca in vitello nocciola, piatti inquadrati da cornice a filetto dorata, angolari riccamente decorati in oro; al centro grande ferro in oro. Dorso restaurato con recupero degli originali tasselli in pelle al secondo e al terzo scomparto. Al frontespizio della prima opera timbro dei principi Oettingen-Wallenstein, di cui è nota la ricca biblioteca allestita nel castello di Harburg. Al contropiatto anteriore, oltre ad alcune antiche segnature del volume, ex libris in marocchino rosso di Estelle Doheny (asta Christie's New York, 17 ottobre 1988, lotto 1045). I opera: Editio princeps dell'Historia Romana. Per la stampa dell'Appiano, considerato uno dei prodotti più eleganti degli Estienne, furono utilizzati tutti e tre i diversi corpi dei grecs du roi realizzati nel 1541 da Claude Garamond. II opera: Editio princeps delle opere del filosofo e martire Giustino. La collezione dei testi, di grande importanza per la storia delle antichità cristiane, comprende anche le due celebri Apologiae - composte nella forma e nello stile delle orazioni classiche e indirizzate ad Adriano e ad Antonino Pio - e il Dialogus cum Tryphone.

Lot 349

Dio Cassius. Ton Dionos Romaikon historion eikositria biblia (graece). Dionis Romanarum historiarum libri XXIII... Lutetiae: ex officina Roberti Stephani, 1548. In-folio (mm 303x216). Pagine [8], 498, [2]. Marca tipografica xilografica al frontespizio. Iniziali ornate incise su legno, su nove linee, all'inizio di ognuno dei libri che compongono l'edizione, testatine riccamente ornate al recto delle carte *2 e a1. Legatura settecentesca in vitello agli acidi, piatti delimitati da semplice filetto a secco. Dorso a sei nervi, scomparti decorati in oro con ferri a motivo fogliato. Al secondo scomparto tassello in marocchino rosso, con titolo breve in oro. Contropiatti e sguardie in carta decorata a pettine. Tagli rossi. Esemplare in buono stato di conservazione, ad ampi margini; piccolo restauro senza perdita di testo al frontespizio. Nota di possesso in inchiostro bruno al frontespizio, 'Lamberti vander burch', da riferire allo storico olandese Lambert van der Burch; al contropiatto anteriore ex libris di grandi dimensioni del barone Theodor von Cramer-Klett. Editio princeps dei Romanarum historiarum libri di Dione Cassio. Il testo, curato dallo stesso Robert Estienne e impresso con i grecs du roi realizzati da Claude Garamond, si basa su un codice del XV secolo conservato al tempo a Fontainebleau, e oggi in possesso della Bibliothèque Nationale de France (Par.gr. 1689). Nell'indirizzo al lettore il grande tipografo pone in evidenza lo stato corrotto del manoscritto utilizzato e le lacune presenti, segnalate nell'edizione da asterischi. Seguono le Castigationes in Dionem dovute sempre ad Estienne, che nel 1551 darà poi alle stampe l'epitome dell'intera opera di Dione Cassio, redatta nell'XI secolo da Ioannes Xiphilinus. "Outre les deux éditions fondamentales d'Eusèbe de Césaré et de Justin Martyr en 1554 et 1551, Robert Estienne établit en effet un project concerté et difficile, celui d'imprimer l'ensemble des historiens grecs de Rome (Dion Cassius, Denys d'Halicarnasse, Appien), donc la transmission manuscrite est particulièrement compliquée et lacunaire" (La France des Humanistes iii, p. 23).

Lot 412

Simeon Seth. Symeonos magistrou Antiocheias tou Sethi, Syntagma kata stoicheion, perì trophon dynameon (graece). Symeonis Sethi magistri Antiochiae, Syntagma per literarum ordinem, de cibariorum facultate, Lilio Gregorio Gyraldo Ferrariense interprete. Basileae: [Johann Bebel] apud Mich. Isingrinium, 1538. In-8° (mm 165x105). Pagine 199, [1]. Marca xilografica al frontespizio, due grandi capilettera istoriati incisi in legno su nove linee in principio del testo greco e della traduzione latina. Tracce di sporco alla prima e all'ultima carta ma ottimo esemplare. Bella legatura ottocentesca in marocchino rosso a grana lunga firmata P. Thouvenin al dorso, cornice a festoni floreali in oro ai piatti, dentelles, titolo e fregi in oro al dorso. Sguardie in carta marmorizzata. Rara e ricercata edizione originale del testo greco - con la traduzione latina di Lilio Gregorio Giraldi - di Simeon Seth sulla descrizione degli effetti dei vari cibi, sulle loro proprietà benefiche e sul modo di gustarli al meglio. Secondo Simon il capitolo dedicato al vino "es l'un des plus originaux et l'auteur donne d'excellents conseils sur le régime alimentaire à suivre par ceux qu'il nomme Pititosi, les pituitards ou soiffards" (Bacchica II, 620). Bitting, 426; Vicaire, 789-90; Simon, Bacchica II, 620.

Lot 2184

1862/1945 - Ampia collezione relativa al Regno d’Italia comprendente quasi tutte le serie ordinarie e commemorative usate e su busta con un’estesa presenza anche nella posta aerea e nei servizi sistemata in nove album - Insieme da esaminare con attenzione ma di notevole rilevanza e difficilmente ripetibile comprendente numerosi pezzi, varietà e affrancature rare con diverse decine di certificati € 12000

Lot 1380

BRACCIALE IN PERLE NATURALI E DIAMANTI CHANTECLER, 1950 CIRCA in platino con nove perle naturali a bottone da mm 10,70 a mm 7,40 a scalare alternate con diamanti taglio navette di ct 6,00 ca. e affiancate da diamanti taglio rotondo di ct 6,20 ca. Firmato Chantecler Capri. Certificato SSEF n 86855 del 13 luglio 2016 attestante che le perle sono naturali di acqua salata. Gr 42,50 NATURAL PEARL AND DIAMOND BRACELET CHANTECLER,1950 CIRCA in platinum alternating nine graduated button shaped natural pearls from mm 10,70 to mm 7,40 with marquise-shaped diamonds of approx. ct 6,00 between circular-cut diamonds of approx. ct 6,20. Signed Chantecler Capri. SSEF report n 86855 dated 13 July 2016 stating that the pearls were found to be natural, saltwater. € 15000

Lot 10

Baglione Giovanni. Le Nove Chiese di Roma... In Roma: Per Andrea Fei, 1639. In-12° (mm 143x75). Pagine 204, [2]. Fregio al frontespizio e capilettera, tutto inciso su legno. Minime bruniture. Legatura coeva in pergamena semifloscia, titolo manoscritto al dorso. Nota abrasa al frontespizio; al contropiatto anteriore ex libris 'Comitis Alexandri ab Hubner' e due segnatura manoscritte di cui una cassata. Edizione originale, non comune, nella tiratura contenente la carta di errata. L'Autore è famoso soprattutto per Le vite de' pittori, scultori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII del 1572 in fino a' tempi di Papa Urbano Ottavo (1642), la prima raccolta di biografie di artisti nella Roma barocca, ma anche Le nove chiese di Roma è di fondamentale importanza perchè segna un passo avanti rispetto alla coeva produzione del genere per la ricchezza della trattazione, la scrupolosità delle notizie e l'abbondanza di dati cronologici: 'Questa èquindi la prima guida che, nella sua stessa intelaiatura, risulti veramente controllata, precisa, esauriente' (DBI, s.v.). 

Lot 201

Dal Pozzo Paride. Duello, libro de re, imperatori, principi, signori, gentil'homini; & de tutti armigeri, continente disfide, concordie, pace, casi accadenti & iudicii con ragione, exempli, & authoritate de poeti, hystoriographi, philosophi, legisti, canonisti... (Al colophon:) Stampato in la inclita cita de Venetia: [Pietro Ravani e Melchiorre Sessa], 1521. In-8° (mm 158x92). Carte [200]. Vignetta silografica al frontespizio, raffigurante scena di duello. Numerose iniziali silografiche, su fondo nero e criblé, su nove linee quelle a apertura di ognuno dei nove libri. Esemplare in buono stato di conservazione, diffuse bruniture, e tracce di polvere. Alcune gore, più evidente quella al margine inferiore bianco degli ultimi fascicoli. Minimi restauri al margine superiore bianco delle carte K4-K6, O1-2, e Z5. Legatura strettamente coeva di area veneziana in marocchino bruno, decorata a secco e in oro su piatti in cartone. Piatti inquadrati in cornice di filetti multipli a secco e cornice dorata a arabeschi. Nello spazio rettangolare ferri accantonati a motivi vegetali e losanga in oro, al centro fleuron in stile orientaleggiante composto da diversi ferri, con rosette esalobate ai lati e cerchielli in stile aldino. Al piatto anteriore, in alto, iscrizione in caratteri dorati âĀ€Ā˜DVVE LVS’. Fori per bindelle, due sul lato lungo, uno alla testa e uno al piede. Dorso a tre nervi, intreccio di filetti a secco in corrispondenza di entrambe le cuffie. Tagli dorati e goffrati (goffratura appiattita in più punti). Leggera abrasione in corrispondenza della cerniera anteriore. Al frontespizio la nota di possesso cinquecentesca âĀ€Ā˜Ex libris Amaltheorum’, da riferire alla famiglia Amaltei; al recto della carta di guardia anteriore nota di possesso di Ascanio Amalteo (sec. XVII) e l’indicazione di prezzo âĀ€Ā˜Costa [?] 13 A. [?]âĀ€Ā˜. Le notizie sull’autore vergate al verso della medesima carta, tratte da Giannone e da Tiraboschi, sono della mano di Orazio Amalteo (1771-1842). Raro trattato sul duello, la cui stampa è da attribuire al prolifico tipografo lagunare Gregorio de’ Gregori, qui in bella legatura di area veneziana, decorata in stile aldino. La legatura è censita da Tammaro De Marinis (Legatura artistica, III, 3103), ponendo in evidenza l’uso da parte dell’anonimo legatore di una cornice âĀ€Ā˜inusitata’. Il fregio centrale è identico a quello presente in un’altra legatura descritta da De Marinis, e relativa a un volume che contiene due edizioni veneziane, stampate tra il 1521 e il 1525 (ivi, 2035 tav. CCCLXVI). La nota di possesso âĀ€Ā˜Ex libris Amaltheorum’ al frontespizio è da attribuire a un membro della famiglia Amalteo (o Amaltei), originaria di Pordenone e stabilitasi a Oderzo (Treviso) all’inizio del XVI secolo. La mano potrebbe essere quella dell’umanista Francesco Amalteo (1485-1543), o di uno dei suoi figli, Girolamo, Giovanni Battista o Cornelio. Come attesta la successiva nota di mano di Orazio Amalteo, il volume era ancora in possesso della famiglia nei primi decenni dell’Ottocento. Una ventina esemplari con la medesima provenienza sono in attuale possesso della Biblioteca Marciana, che li acquisì nel 1887. Esemplare già in catalogo Quaritch, The Italian Reinassance (n. 867, 1967), n. 210. T. De Marinis, Legatura artistica, III, 3103.

Lot 244

Colonna Francesco. La Hypnerotomachia di Poliphilo, cioe pugna d’amore in sogno. Dov’egli mostra, che tutte le cose humane non sono altro che sogno: & doue narra moltr’altre cose degne di cognitione. (Al colophon:) In Vinegia: in casa de' figliuoli di Aldo, 1545. In-folio (mm 285x195). Carte [234]. Segnatura: ÏĀ€4 a-y8 z10 A-E8 F4. ÃĀ€ncora aldina incisa su legno al frontespizio e al verso dell'ultima carta. Illustrato da 170 illustrazioni xilografiche, nove delle quali a piena pagina. Minime arrossature a poche carte ma ottimo esemplare. Legatura moderna in pergamena su cartone, titolo manoscritto al dorso, tagli spruzzati. Rara e splendida seconda edizione del Sogno di Polifilo, definita da Sander 'plus rare que l'edit. originale'. Questo romanzo d'amore allegorico, il più celebre libro illustrato del Rinascimento, è attribuito al frate domenicano del convento di San Zanipolo Francesco Colonna, identificabile dall'acrostico composto dai 39 capilettera che ornano il testo. Scritto in un linguaggio ibrido tra italiano e latino, irto di simbolismi, di allusioni erudite e di riferimenti antiquari, il romanzo rappresenta  'una delle opere più bizzarre e controverse della nostra letteratura' (Govi, Classici, 41) e la sua eccezionalità risiede anche nelle raffinate silografie che adornano il testo. Per questa seconda edizione vennero reimpiegati i legni della princeps del 1499, eccetto che per sette, danneggiati o mancanti. I sette legni ridesignati e nuovamente intagliati sono presenti alle carte b4v, b5r, e2v, e5r, o3v, q5v, e x2r. Mortimer, Italian, 131; Sander, 2057; Renouard, 133.14: "Réimpression de l'édition de 1499, qui diffère de celle-ci en ce qu'elle a le titre en latin, les initiales des 38 chapitres en lettres fleuronnées, gravées en bois, et la plupart des inscriptions répandues dans l'ouvrage, en capitales, et d'une meilleure ordonnance. Le papier est beaucoup meilleur; et les singulières figures en bois dont ce livre est rempli, sont nettes et vigoreuses"; Ahmanson-Murphy, 335.

Lot 1149

A 19th Century French faience pottery tureen, modelled as a chicken on basket, probably Le Nove, yellow cross mark to underside

Lot 5304

1856/1962 - Finlandia - La collezione quasi completa del periodo incluse le emissioni per Aunus e Carelia (nove certificati) - usato nuovo linguellato Base d'asta €750

Lot 179

Mennecy cup circa 1760, with spiral moulded body, also another French soft paste porcelain cup probably Tournai or St Cloud, also a Le Nove cup, and another teabowl possibly Cozzi, (4) Condition report: The Mennecy cup has a hairline to the side, the foot and to the handle join, the second cup has a hairline to the handle join and rim chip, the Le Nove cup has a hairline crack to the side, The Teabowl is free from damages.

Lot 104

Cornelis de Baellieur (Anversa 1607-1671), Natività olio su rame, cm 35,5x28,5, E’ certamente opera di Cornelis de Baellieur (Anversa, 1607-1671): è infatti accostabile ad altro olio su rame anch’esso rimesso a oro, con la ā€œMadonna in trono tra sette angeli musicantiā€,a lui riferita e presentato nel 2011 dall’atelierā€œLawrence Steigrad FineArtsā€(23 East 69th Street - NewYork);come quella newyorkese, anche la nostra dovrebbe datare al quarto decennio del Seicento. Pittore di composizioni religiose, di soggetti storici e allegorici, di scene di genere, di cabinet e di interni animati. Nel 1617, Cornelis de Baellieur inizia il suo apprendistato frequentando ad Anversa l’atelier di Antoon Lisaert.Van der Branden segnala che nove anni dopo figura iscritto nel libro dei maestri della Gilda di San Luca, di cui fu decano tra il 1644 e il 1645. Il noto dipinto raffigurante ā€œInterno di un cabinet di dipinti con amatori d’arteā€, firmato e datato 1637 (Parigi, Louvre), conferma come le opere tra il terzo e il quarto decennio siano profondamente influenzate dall’arte di Frans Francken II°, nonostante Cornelis non ne abbia mai frequentato lo studio. Fu pittore di pittore di piccole figure, descritte con maestria analitica e miticolosa, strettamente associato con Frans Francken II° (probabilmente deve aver lavorato nel suo studio). In alcuni suoi dipinti databili al quarto decennio, si servì della collaborazione di Frans Francken III°. Le opere della maturità si orientano verso suggestioni pittoriche che disvelano forti inclinazioni alla lezione di Jordaens. Il figlio, con lo stesso nome, fu anch’egli pittore. L’influenza di Francken è marcatamente evidente in particolare se relazionata nei dipinti,spesso firmati da Baellieur con soggetti religiosi o biblici.A cartina tornasole si confrontino ā€œCristo e l’adulteraā€ (Dresda, Gemldegalerie e Brunswick, Herzog Anton Ulrich-Museum), ā€œL’idolatria di Salomoneā€ (Innsbruck, Schloss Ambras) e ā€œL’Adorazione dei Magiā€ (Bruxelles, Muse Royaux des Beaux-Arts). Nondimeno in Baellieur la componente personale si emancipa per la qualità meticolosa con cui pone a compimento le sue figure, autentici cammei di calligrafia miniaturistica. Le sue composizioni appaiono cromaticamente vistose, traguardate su arditi accostamenti tonali di bianco-giallo, viola e rosa, spesso dipinte su rame, un supporto particolarmente idoneo a far risaltare la sua squillante gamma cromatica.

Lot 254

Portafiori Nove, seconda metà del XIX secolo, Terraglia a gran fuoco in policromia, altezza cm 49,5 Rotture alle braccia, restaurate Gruppo scultoreo raffigurante un putto, posto sopra ad una zolla, mentre sostiene con le braccia un uovo sul capo. La parte superiore dell’uovo è aperta, ad uso contenitore. Lavorazione a stampo e a stecca. La decorazione, di semplice fattura, si compone di un semplice mazzetto di fiori vari, dipinto sull’uovo. La zolla di base è ornata da fiorellini in rilievo e dipinti in policromia. Marca Nove e stella.

Lot 282

Coppia di tazzine Venezia. Manifattura Cozzi, 1765-1770, Porcellana, Marca ancora in rosso, tazza: altezza cm 4,0; piattino: diametro cm 12,0 Minima sbeccatura su un bordo di un piattino Tazzine con piattino, decorazione policroma a ā€œquartieriā€ con figure di cinesini in atteggiamento di svago in giardini., Cfr: N. Barbantini, Le porcellane di Venezia e delle Nove,Venezia 1936, tav. LXVI, fig. 199; F. Stazzi, Le porcellane di Geminiano e Vincenzo Cozzi,Venezia, s.d., pag. 209, fig. XXV; F. Pedrocco, Le porcellane di Venezia nel ā€˜700, Venezia 1997, pag. 40, fig.34.

Lot 310

Tazza Le Nove, manifattura di Pasquale Antonibon, 1770 circa, Porcellana, Marca: stella in rosso, piattino: diametro cm 11,6, tazzina: altezza cm 4,2 Lieve felatura Sulla parete esterna della tazza e nel cavetto del piattino è dipinto uno stemma araldico coronato policromo e oro., Cfr. S.Levy, Tazzine italiane da collezione, Milano 1968, tav XXIX.

Lot 311

Tazza Le Nove, manifattura di Pasquale Antonibon, 1770 circa, Porcellana, Marca: stella in rosso, piattino: diametro cm 11,6, tazzina: altezza cm 4,2 Ottimo stato di conservazione Sulla parete esterna della tazza e nel cavetto del piattino è dipinto uno stemma araldico coronato policromo e oro., Cfr. S.Levy, Tazzine italiane da collezione, Milano 1968, tav XXIX.

Lot 312

Rarissima tazza Le Nove, manifattura di Pasquale Antonibon, 1770 circa, Porcellana, altezza cm 6,1 Piccoli restauri La tazza cilindrica con manico a voluta con bottoncino rilevato è decorata in policromia con un personaggio grottesco di nano entro paesaggio, ispirato dalle incisioni ā€œI Capricciā€ di Jaques Callot (circa 1593 - 1635) Sul retro troviamo su una zolla erbosa un uccello dalle lunghe zampe., Cfr. S. Levy,Tazzine italiane da collezione, Milano 1968, tav XXVIII.

Lot 313

Rarissima tazza con piattino Le Nove, manifattura di Pasquale Antonibon, 1770 circa, Porcellana, tazza: altezza cm 6,1 Difetti e restauri La tazza cilindrica dal manico a voluta con bottoncino rilevato è decorata in policromia con un personaggio grottesco di nano entro paesaggio, ispirato dalle incisioni ā€œI Capricciā€ di Jaques Callot (circa 1593 - 1635) Sul retro troviamo su una zolla erbosa un uccello dalle lunghe zampe., Cfr. S. Levy,Tazzine italiane da collezione, Milano 1968, tav. XXVIII.

Lot 314

Rarissima tazza Le Nove, manifattura di Pasquale Antonibon, 1770 circa., Porcellana, altezza cm 6,1 Piccoli restauri La tazza cilindrica con manico a voluta con bottoncino rilevato è decorata in policromia con un personaggio grottesco di nana entro paesaggio, ispirato dalle incisioni ā€œI Capricciā€ di Jaques Callot (circa 1593 - 1635) Sul retro troviamo su una zolla erbosa un uccello dalle lunghe zampe., Cfr. S. Levy,Tazzine italiane da collezione, Milano 1968, tav. XXVIII.

Lot 323

Due figurine Nove, manifattura Antonibon - Parolin, 1780-1790, Porcellana, altezza cm 11,0 resp. cm 9,0 Buono stato di conservazione, minori mancanze Le due figurine bianche a tutto tondo raffigurano un giovane contadinello che regge una fiasca e una ragazza, stanti su zolla con tronco d’albero.

Lot 257

Le Nove, three Italian faience fruit plates, circa 1880, hand painted with lemons, nuts and gourd, including two small plates and a square example, blue star mark to underside, 21cm square (3)

Lot 331

A RARE CONTEMPORARY DRAWING OF A POLISH WAR HAMMER (NADZIAK), DATED 1620 ink and wash on paper, inscribed lower right 'Martello, e disegno della Mazza di guerra detta 'Crane' con la quale da Michele Piekarski d'età di 40 anni Nobile di Russia fù ferito una volta con la punta nella schiena e l'altra con il manico (essendo nel pº. colpo usato il ferro) il Re di Polonia chiamato Sigismondo Litvari. Equesto seguò alli 15. di Novembre giorno di domenica 1620 ne le nove hore del mezzo horologio in Varsavia mentre Sa. Mta' si trovava in Chiesa, e legeva le Conclusioni dei Padri Domenicani. Dell'istesso Anno il Junio tagliò a pezzi .?. Polacchi con la morte del loro Terrenale.', frma ed and glaze 39.8 x 43.5 cm; 15 ¾ x 17 1/8 in framed and glazed The translation reads : a sledge hammer, a war hammer design called a 'Crane' with which Russian nobleman Michele [Michal] Piekarski, aged 40, wounded the King of Poland called Sigismund of Lithuania in the back with one blow of the hammer point and another of the hammer shaft (having used the metal for the first blow). This happened on Sunday the 15th of November 1620 at 9 ½ hours in Warsaw while his Majesty was in church studying the learnings of the Dominican Fathers. In June of that year [The King/the Hammer] cut to pieces .?. Polish people with the death of their earthly life. The drawing is perhaps the work of a political sympathiser in opposition to the Swedish annexation of Poland under Sigismund III Vasa as part of the Polish-Lithuanian Commonwealth. It would follow that the drawing could be an extract from one of the pamphlets that are known to have been circulated on the Warsaw Market Square soon after the attempted assassination in the Cathedral, reporting different viewpoints on the subject.

Lot 116

Menon. La science du Maître-d'Hôtel cuisinier, avec des observations sur la connoissance et propriétés des Alimens. A Paris: au Palais, chez Paulus-du-Mesnil, 1749. In-16° (mm 166x96). Pagine XCVI, 552, [8]. Testatine e iniziali ornate silografiche. Legatura coeva in vitello marmorizzato, dorso a cinque nervi, scomparti decorati con ferri floreali dorati, al secondo titolo breve in oro su tassello in marocchino granata. Contropiatti e sguardie in carta caillouté, labbri dei piatti decorati con filetto in oro, tagli rossi. Ottimo esemplare, qualche lieve e occasionale fioritura. Alcune annotazioni e correzioni a lapis. Prima edizione di questa celebre raccolta di oltre 800 ricette, corredate di interessanti informazioni nutrizionali sui diversi ingredienti utilizzati. Ad esempio, nel caso dei carciofi Menon osserva che "[les artichaux] sont nourrissans, apéritifs, purifient la masse du sang, & se digérent aisément, surtout losqu'ils sont cuits" (pp. 307-308). La prima parte dell'opera comprende, oltre a una interessante dissertazione sulla cuisine moderne, dettagliate tavole che consentono di organizzare i pasti secondo le diverse stagioni, con nove diversi menus, e infine in base a piatti en gras, e en magre. Vicaire, 590; Livres en bouche, 208.

Lot 286

Sorbiatti Giuseppe. La gastronomia moderna. Trattato generale della cucina pasticceria, confettureria e credenza. Milano: tipografia Bortolotti di Giuseppe Prato, 1888. mm 200x135. Pagine XVIII, 916, [4]. Ritratto litografico dell'Autore al verso della carta dell'occhietto. Numerose illustrazioni nel testo; 4 tavole litografiche fuori testo, di cui una a colori su doppia pagina raffigurante nove specie di funghi commestibili, le altre illustranti tavola con coperti, un buffet per una serata danzante, e infine la cucina costruita per il palazzo Sormani-Andreani di Milano dallo Stabilimento Besana. Frontespizio staccato, bruniture, rimarginate le pagine 893-916, gore. Legatura coeva in mezza pergamena con angoli, piatti in percallina verde, titolo al dorso, contropiatti e sguardie in carta decorata a motivi floreali. Al recto della carta di guardia e al verso della tavola legata in fine la nota di possesso a lapis 'Brusa Mario'; all'occhietto timbro circolare della Libreria Omarini di Como. Al contropiatto anteriore ex libris 'Ex Bibliotheca Gastronomica Claudio Benporat', e etichetta della libreria comasca. Terza e rara edizione, come si legge al frontespizio "riordinata, corretta ed accresciuta di 300 e più articoli", e pubblicata con titolo leggermente variato rispetto alle precedenti edizioni del 1855 e 1866. Un vasto manuale in cui Sorbiatti compendia la sua lunga esperienza di chef in Francia e in Italia, "ad uso degli alberghi, ristoratori e privati" (vedi lotto 260). Bitting 442; B.IN.G. 1586. Manca a Vicaire.

Lot 639

Petrarca Francesco. Opera... con el commento de misser Bernardo Lycinio sopra li triumphi. (Al colophon:) Stampadi in Venetia per Augustino de Zanni da Portese, 1515. Due parti in un volume in folio (mm 300x206). Carte [10], CXXVIII; CXIII, [3]. Frontespizio in rosso e nero, con vignetta xilografica raffigurante s. Bartolomeo. Numerose iniziali xilografiche ornate e animate su fondo nero, alcune su nove linee. Sei xilografie a piena pagina, a illustrare i Trionfi. Un discreto esemplare. Diffusi aloni e bruniture al frontespizio e ai primi fascicoli. Alcune carte uniformemente brunite. Fioriture ai margini, occasionali aloni, qualche brunitura; macchie di antico inchiostro, senza danno alla leggibilità del testo. Legatura secentesca in pergamena su piatti in cartone; dorso liscio, con titolo breve in inchiostro bruno. Tagli azzurri. Alcune macchie ai piatti. In calce al frontespizio un'antica mano ha annotato le note tipografiche dell'edizione. Sottolineature, tratti marginali e annotazioni, di diverse mani, di cui una cinquecentesca, come attesta la nota datata 23 maggio 1579 al verso della carta P5.  Rara edizione illustrata di Petrarca, comprendente i Trionfi e il Canzoniere, stampata dal tipografo veneziano Agostino Zani e di notevole importanza nella fortuna cinquecentesca di Petrarca. Già nel 1497 la tipografia degli Zani – allora diretta da Bartolomeo – aveva dato in luce il Petrarca volgare, poi riproposto nel 1500 in una nuova edizione curata dal poeta, giurista e astronomo Niccolò Peranzone, appartenente a quel gruppo "di correttori non propriamente illustri" che furono attivi nelle officine veneziane del primo Cinquecento (cfr. P. Trovato, Con ogni diligenza corretto, Bologna 1991, p. 60). Come nella edizione del 1497, i Trionfi sono accompagnati dal commento del senese Bernardo Lapini, noto con il nome umanistico di Lycinio, apparso originariamente a Bologna tra il 1475 e il 1476, mentre il Canzoniere è corredato da quello di Francesco Filelfo, anch'esso per la prima volta impresso nel Petrarca bolognese. Peranzone ripropone anche la Vita di Petrarca di Antonio da Padova, la cui prima edizione risale al 1473. Di nuova introduzione, nel volume del 1515, è il contributo dell'umanista Girolamo Aleandro, amico di Aldo Manuzio e Erasmo. Adams P, 792; STC Italian, 503; Mortimer II, 373; Sander, 5618; Essling, 87; Hortis, 38.

Lot 618

[Igiene]. Gruppo di nove manuali che riguardano la cucina per la salute, con Il medico in cucina di Oscar Giacchi del 1881, Come cucinare i cibi ai bambini, ai deboli e convalescenti di A. Pettini del 1910, in legatura moderna con le brossure editoriali incluse, La cucina degli stomachi deboli del 1866, La cuoca medichesa del 1932, La regina delle cuoche del 1882, e altri 3 volumi. (9 volumi) Starting price € 100,00

Lot 374

Romanée-Conti Grand Cru 1959, Domaine de la Romaneé-Conti Côte de Nuits 3 cm, etichetta lievemente sporca, ceralacca rotta, abbastanza limpido. Da un’antica bottiglieria piemontese, E’ presente una terza etichetta che riporta la dicitura ā€œ Réserve de la Maison A. Fougères & c. à Beauneā€. slightly soileded label, wax capsule broken, quite limpid. From an antique Piedmont wine shop, There is a third label with the writing ā€œ Réserve de la Maison A. Fougères & c. à Beauneā€. SF Nella classificazione dei millesimi il 1959 è tra le prime nove annate degli ultimi 100 anni. Quindi valore assoluto per questa bottiglia estremamente rara e unica nel suo genere. In the classification of the vintages, 1959 is in the top nine of the last 100 years. This gives absolute value to this extremely rare and unique bottle. (1 bt) € 2.500

Lot 16

Martialis Marcus Valerius. Epigrammata (comm. Domitius Calderinus e Georgius Merula). Venezia: [Cristoforo Pensi], 1 agosto 1495. In-folio (mm 305x210). Carte 160. Segnatura: a6, b-d8, e-z6, &6, cum6, rum6. Numerose iniziali xilografiche, su fondo nero. Su nove linee quella in apertura del Liber primus. Al contropiatto anteriore ex libris della famiglia Morosini del Pestrino. Al recto della prima carta stemma araldico di Petrus de Monico disegnato in inchiostro bruno, con data 1495. In calce al colophon, altra nota di possesso, datata `1571 ii augusti`. Ampia gora al margine superiore, macchie di inchiostro su alcune carte. Lieve danno al margine inferiore bianco dei primi fascicoli. Legatura settecentesca in cartonato, dorso rivestito di carta marmorizzata, titoli su tassello cartaceo. Una mano coeva ha vergato al recto della carta di guardia posteriore un indice parziale. Alcune annotazioni marginali. Marziale fece la prima apparizione tipografica intorno al 1470, a Roma. Numerose furono le edizioni successive, e a partire dagli Epigrammata stampati a Venezia da Vindelino da Spira nel 1472, il testo della sua opera poetica fu impresso nella più accurata lezione curata dall`umanista Giorgio Merula. Nel 1480 apparve per la prima volta, a corredo degli epigrammi, il commento di Domizio Calderini, riproposto anche in questa più tarda edizione che vide la luce a Venezia presso Cristoforo Pensi, tipografo originario di Mandello (Como). HC 10824*; GW M21276; HC 10824*; IGI 6231; Goff M-312.

Lot 442

Petrarca Francesco. Opera...con el commento de misser Bernardo Lycinio sopra li triumphi. Con misser Francescho Philelpho: Misser Antonio de tempo: Misser Hieronymo Alexandrino sopra li Soneti et Canzone novamente historiate: et correcte per misser Nicolo Peranzone.. (Al colophon): Stampadi in Venetia per Augustino de Zanni da Portese, 1515. Due parti in un volume in-folio (mm 300x206). Carte [10], CXXVIII; CXIII, [3]. Frontespizio in rosso e nero, con vignetta xilografica raffigurante s. Bartolomeo. Numerose iniziali xilografiche ornate e animate su fondo nero, alcune su nove linee. Sei xilografie a piena pagina, a illustrare i Trionfi. Un discreto esemplare. Diffusi aloni e bruniture al frontespizio e ai primi fascicoli. Alcune carte uniformemente brunite. Fioriture ai margini, occasionali aloni, qualche brunitura; macchie di antico inchiostro, senza danno alla leggibilità del testo. Legatura secentesca in pergamena su piatti in cartone; dorso liscio, con titolo breve in inchiostro bruno. Tagli azzurri. Alcune macchie ai piatti. In calce al frontespizio un`antica mano ha annotato le note tipografiche dell`edizione. Sottolineature, tratti marginali e annotazioni, di diverse mani, di cui una cinquecentesca, come attesta la nota datata 23 maggio 1579 al verso della carta P5.  Rara edizione di Petrarca, comprendente i Trionfi e il Canzoniere, stampata dal tipografo veneziano Agostino Zani e di notevole importanza nella fortuna cinquecentesca di Petrarca. Già nel 1497 la tipografia degli Zani ? allora diretta da Bartolomeo ? aveva dato in luce il Petrarca volgare, poi riproposto nel 1500 in una nuova edizione curata del poeta, giurista e astronomo Niccolò Peranzone, appartenente a quel gruppo ""di correttori non propriamente illustri"" che furono attivi nelle officine veneziane del primo Cinquecento (cfr. P. Trovato, Con ogni diligenza corretto, Bologna 1991, p. 60). Come nella edizione del 1497, i Trionfi sono accompagnati dal commento del senese Bernardo Lapini, noto con il nome umanistico di Lycinio, e apparso originariamente a Bologna tra il 1475 e il 1476, mentre il Canzoniere è corredato da quello di Francesco Filelfo, anch`esso per la prima volta impresso nel Petrarca bolognese. Peranzone ripropone anche la Vita di Petrarca di Antonio da Padova, la cui prima edizione risale al 1473. Di nuova introduzione, nel volume del 1515, è il contributo dell`umanista Girolamo Aleandro, amico di Aldo Manuzio e Erasmo. Adams P, 792; STC Italian, 503; Mortimer II, 373; Sander, 5618; Essling, 87; Hortis, 38.

Lot 481

Riccio Michele. De regibus Francorum lib. III De regibus Hispaniae lib. III De regibus Hierosolymorum lib. I De regibus Neapolis & Siciliae lib. IV De regibus Ungariae lib. II. (Al colophon): Basileae: apud Ioannem Frobenium, 1517. In-4° (mm 204x147). Carte 85, [5]. Frontespizio inquadrato in cornice silografica, da riferire a Hans Holbein il giovane. Grande marca tipografica, incisa su legno, al recto dell`ultima carta. Iniziali ornate e animate xilografiche, alcune su nove linee e a fondo nero, anch`esse su disegno di Holbein. Esemplare in buono stato di conservazione, alcune piccole macchie e bruniture al frontespizio. Sobrio il margine superiore. Legatura tardo cinquecentesca in pergamena su piatti in cartone, al dorso il titolo vergato in inchiostro. Difetti e restauri. Al frontespizio, un`antica nota di possesso, rifilata. Al contropiatto anteriore la nota di possesso del teologo olandese del XVII secolo Engelbert Sloot, alla cui mano si devono alcuni dei marginalia. Più tarda la mano che ha apposto copiose note alle carte di guardia, nonché al margine del testo. Prima edizione ? di indubbia rarità nelle biblioteche italiane ? delle opere storiche redatte dal napoletano Michele Riccio, già edite singolarmente e per la prima volta riunite in un unico volume. Avvocato del Real patrimonio sotto Ferdinando I, alla conquista francese nel 1495 del regno di Napoli Riccio entrò al servizio di Carlo VIII, per poi diventare consigliere di Luigi XII. Tra le opere incluse nella raccolta frobeniana, il De regibus Neapolis era già apparso a Milano nel 1506, in un`edizione oggi di grandissima rarità. Il testo è introdotto da una breve epistola di Aulo Giano Parrasio allo stesso Riccio, datata Milano 1505. Adams R, 587; VD16 R-2173.

Lot 539

Tartaglia Niccolò. La Nova Scientia de Nicolo Tartaglia con una gionta al terzo Libro.. (Al colophon): Stampata in Venetia: per Nicolo de Bascarini a istantia de l`autore, 1550. Due opere in un volume in-4° (mm 209x152). Carte [4], 32, con antiporta allegorica incisa in legno, numerose illustrazioni xilografiche; 132, [2], con ritratto inciso in legno dell`autore al recto di c. A1, illustrazioni, diagrammi e capilettera xilografici. Leggere gore marginali alle prime 10 carte, qualche lieve arrossatura. Legatura coeva in pergamena floscia, titoli manoscritti al dorso, tracce di bindelle, qualche macchia ai piatti, piccole mende al dorso. Al verso della carta di guardia anteriore componimento vergato da mano antica. I opera: Seconda edizione della prima opera  a trattare del moto dei proiettili. Tartaglia pose le basi per la scienza balistica, fondandola sulla geometria e l`aritmetica, arrivando alla dimostrazione che l`efficacia maggiore in un lancio si ottiene tirando al di sotto di un angolo di 45º. Nel trattato, punto di partenza delle future ricerche di Galileo, si studiano problemi non solo di balistica, ma anche di fortificazioni, agrimensura e ingegneria, applicando l`analisi matematica ai problemi di fisica. Nell`antiporta l`autore è raffigurato con Platone e Aristotele, insieme alla personificazione della Filosofia e a tutte le arti matematiche che da questa discendono (Geometria, Astronomia, Aritmetica, Musica); in primo piano Euclide con alle spalle un cannone con la traiettoria della palla studiata da Tartaglia. II opera: Prima edizione dell`opera più significativa di Tartaglia, una raccolta di nove scritti in volgare in cui viene esposta la formula che portò l`autore a risolvere le equazioni di terzo grado.

Lot 553

Trissino Gian Giorgio. La Italia liberata da Gotthi. Stampata in Roma: per Valerio e Luigi Dorici a petizione di Antonio Macro Vincentino, 1547. Tre volumi in-8° (mm 147x91). I. Carte [8], 175, [1]. Una tavola ripiegata fuori testo. Frontespizio inquadrato in elegante edicola architettonica, incisa su legno. II.III. Carte [3], 181, [1]. Le prime tre carte non numerate, nella nostra copia legate a precedere la carta Aa1, sono solitamente legate in fine. Una tavola fuori testo e ripiegata nel primo volume. Marca tipografica xilografica, inquadrata in edicola architettonica, identica a quella presente al frontespizio del volume romano del 1547. Bruniture diffuse ai margini bianchi dei tre volumi. Legatura settecentesca uniforme in pergamena, su piatti in cartone. Al dorso liscio, titolo breve e numero del volume impressi in oro su tassello in marocchino rosso. Tagli policromi. Ai contropiatti anteriori dei tre volumi etichetta cartacea con segnatura. Al recto della carta di guardia anteriore del primo volume la nota in inchiostro antico `il Trissino fu l`inventore del verso sciolto`. (3) Raro set, in legatura settecentesca uniforme, che presenta i ventisette libri del poema epico composto in endicasillabi sciolti dal vicentino Gian Giorgio Trissino, e dedicato alla guerra tra Goti e Bizantini. I primi nove libri apparvero nel 1547 presso la tipografia romana dei Dorico, mentre i successivi diciotto furono pubblicati a Venezia da Tolomeo Gianicolo. Fonte principale per la narrazione degli accadimenti è rappresentata dalle Storie di Procopio di Cesarea, mentre nella composizione Trissino segue come modello il poema epico classico, nell`ambizioso e aristocratico intento di opporsi a quello ariosteo, che riteneva adatto al vulgo. Il volume del 1547 si apre con l`epistola di Trissino a Carlo V, in cui individua il nuovo Giustiniano capace di restaurare l`Europa; dedicata all`imperatore fu anche la successiva edizione del 1548. Entrambe le edizioni danno applicazione tipografica ? fin dal frontespizio - alle teorie linguistiche e alla riforma ortografica sostenute dal Trissino, che aveva proposto di introdurre nella lingua italiana consonanti e vocali dell`alfabeto greco per disambiguare alcuni suoni, come le vocali e e o aperte, da sostituire con le vocali greche ε e ω.

Lot 578

Vitruvius Pollio. De architectura libri decem nuper maxima diligentia castigati atque excusi, additis, Iulij Frontini De aqueductibus libris propter materiae affinitatem. (Al colophon): Impressum Florentiae: per haeredes Philippi Iuntae, 1522. In-8° (mm 167x102). Carte 192, 24, [20]. Marca tipografica incisa in legno al frontespizio e al verso dell`ultima carta, illustrazioni xilografiche anche a piena pagina nel testo. Tracce di polvere al frontespizio, leggere arrossature. Legatura coeva in pelle, cornici a filetto e decorazioni a secco ai piatti, ferri a forma di palmetta e filetti a secco al dorso a due nervi, titoli manoscritti al taglio di piede, tagli azzurri, restaurata, piccole mende al labbro inferiore del piatto anteriore. Firma di possesso manoscritta alla carta di guardia anteriore `Antonij Maria Actij`, alcune postille marginali manoscritte.  Edizione giuntina che riprende nell`impostazione quella uscita nel 1513 sempre per i torchi di Filippo Giunta, riproponendo le stesse illustrazioni; ricomposto è invece il testo, e sono corretti gli errori. Il commento al testo vitruviano è del frate domenicano Giovanni Giocondo da Verona, mentre si deve a Sesto Giulio Frontino il De acquaeductibus urbis Romae, ricco di notizie storiche, tecniche, amministrativo-legislative e topografiche sui nove acquedotti esistenti a Roma nel I secolo d.C., motivo di vanto per l`Impero e paragonati, per grandezza e magnificenza, alle piramidi e ai templi greci. Brunet V,1327; Cicognara, 699; Fowler, 396.

Lot 62

A Le Nove faience (Pasquale Antonibon) shaped plate and stand, c.1760, the first painted with flowers issuing from rocailles and trelliswork, the second with chinoiserie buildings in a landscape, 23.4cm diameter (2).

Lot 248

A PORCELAIN TEA BOWL AND SAUCER C.1800 Red Le Nove Star marks to base; together with a Herend Coffee cup, painted with fruit, fungi and insects, impressed mark (crack); and a Meissen floral decorated cup with angular handle (the handle repaired)

Lot 522

[Gioco]. Al gioco cinese chiamato il rompicapo Appendice di figure rappresentanti l`alfabeto, le nove cifre dei numeri arabi, uomini, bestie. Firenze, all’insegna dell’Ancora, 1818.In 8° (227 x 145 mm); 42, [2] pagine. Vignetta xilografica su fondo nero, 12 tavole incise in seppia, 4 carte con indice per le tavole V-XII (macchia al margine inferiore bianco di 2 tavole). Legatura editoriale stampata in cartonato rosa (tracce d’us0).Esemplare in barbe di questa insolita opera. Starting Price: €150

Lot 268

Portenari, Angelo. Della felicità di Padova … libri nove, nelli quali, … si prova ritrovarsi nella città di Padova le conditioni alla felicità civile pertinenti, si raccontano gli antichi, e moderni suoi pregi, & honori … Padova, Pietro Paolo Tozzi e Pasquati, 1623.In 2° (310 x 210 mm); 7, [13], 521, [39] pagine. Antiporta figurata incisa su rame, 3 tavole incise e ripiegate (strappi alle 3 tavole, piccolo foro al frontespizio che non lede, restauro al verso del frontespizio, mancanza per difetto carta all’angolo di Ss1, qualche fioritura, fascicolo B iniziale con ā€œTavolaā€ legato in fine, alone e foro di tarlo che non lede alle ultime 3 carte). Legatura coeva in piena pergamena rigida con titolo manoscritto al dorso (dorso restaurata). Nota di possesso, timbro della biblioteca Nazionale di Roma, ripetuta nel testo, timbro indicando che si tratti di un duplicato.Importante opera su Padova nella quale l’autore sostiene che ā€œche li padoani furono li primi fondatori di questa inclita città di Venetiaā€. Vinciana 913. Starting Price: €600

Lot 22

A brass bed warmer, five pewter food warmers and a Le Nove plaque (a.f.) (7)

Lot 332

Angelucci, Angelo, Catalogo della Armeria Reale, Tipografia editirice G. Candeletti, 1890; Boccia, Lionello Giorgio, L`Armeria del Museo Civico Medievale di Bologna, Bramante Editrice, 1991; Boccia, Lionello Giorgio, Nove Secoli di Armi da Caccia, Editrice Edam, 1967; Boccia, Lionello Giorgio, Tesori d`arte nella terra dei Gonzaga, Electa Editrice, 1974; Boccia, Lionello Giorgio, L`Oploteca nel Museo Nazionale di Ravenna Tre Secoli di armi Antiche, Longo Editore, 1989; Calamandrei, Cesare, Armi Antiche a Gardone mostra inauguarale del Museo delle Armi e della Tradizione Armiera di Gardone Val Trompia, Fondazione Negri, 2007; Reale, Armeria , Guida Ufficiale della Reale Armeria Di Torino, Ripografia del giornale, 1923; Rossi, Filippo, Mostra delle armi Antiche in Palazzo Vecchio, Tipocalcografia Classica, 1938; Soprintendenze Alle Gallerie - Museo di Palazzo Venexia: Le Armi Odescalchi, Fratelli Palombi, 1976

Lot 357

BOCCIA, L. & COELHO, E. Armi Bianche Italiane, Milan 1975; BOCCIA, L. Nove Secoli Di Armi da Caccia, Florence 1967; TROSO, M. Le Armi in Asta delle Fanterie Europee (1000-1500), Milan 1988; BOCCIA, L., ROSSI, F. & MORIN, M. Armi e Armature Lombarde, Milan 1980 (4)

Lot 20

An Italian Le Nove faience mirror frame with glass, 19th century,the shaped oval frame with applied figural decoration and encrusted flowers and foliage, terminating in two beasts, height 102 cm.

Lot 71

A pair of Le Nove Italian tin glazed floral wall mirrors, shaped oval form, painted with flowers and foliage, bears marks to verso, height 44 cm, (2).

Lot 118

A 19th century Le Nove teapot, with relief applied floral and hand painted decoration

Lot 591

* A Nove biscuit figure of a Bourbon spaniel or Barboncino, seated on a shaped flat base, encrusted with curly fur, c.1790, 13.8cm. Cf. F. Barbantini, Le Porcelanne di Venezia e delle Nove, pl.279 for a similar model. Provenance: from a distinguished private European collection.

Lot 165

A Meissen Saucer, circa 1770, painted with an exotic bird perched on a rock by a pond, insects to the borders, gilt rim line, crossed swords mark in under glaze blue, 13.8cm diameter; A Le Nove, Italy, Saucer, circa 1770, painted with figures and a mule near buildings amongst trees, gilt rim line, red star mark, 11.6cm diameter; and A Cozzi (Venice) Tea Bowl and Saucer, circa 1775, decorated in iron red and gold with chinoiserie pavilions and bridges, with birds and insects, red and gilt line borders, both with red anchor mark (3)

Lot 15

A pair of 19th century Le Nove vases and covers, the ribbed hexagonal baluster bodies painted with flowers on a grey ground, asterisk marks in ochre, 32cm (12.5in) high (4) (D).

Lot 1434

An Italian faience pottery model of a boot, early 20th Century, painted with flowers and foliage, blue painted 'Le Nove' type mark to base.

Lot 366

A pair of Le Nove faience monteiths, late 19th century, decorated throughout with polychrome floral sprays, 23.5cm (2)

Lot 367

A pair of Le Nove faience vases late 19th century, each of hexagonal bulbous form, decorated with polychrome floral sprays, raised on stands, with shell and ā€˜S’ scrolls, 24.5cm (4)

Lot 368

A Le Nove tin glazed part dinner service, late 19th/20th century, each piece decorated with polychrome floral sprays, comprising: ten dinner plates, 23.5cm, two side plates, 18cm, six side plates, 14.3cm, two oval plates, 24cm, two graduated dishes, 38.5cm and 43cm, a pair of service tureens and covers with pear knops, with stands, 15.5cm, and a larger pair of lidded tureens and covers with matched stands, 22cm (34)

Lot 3291

CARTARI, Vincenzo. Le Vere e Nove Imagini de gli dei delli Antichi. Padua: appresso Pietro Paolo Tozzi, 1615. 4to (196 x 139mm.) Wood-engraved title-vignette, 1 folding wood-engraved plate only (of 2), 218 full-page wood-engraved illustrations. (Some browning.) Modern half-vellum (spine rubbed and partially discoloured).

Lot 53

A late 19th century Le Nove majolica cockerel, the back of the crowing bird forming a vase as it stands on a leafy knoll, its breast painted with a spray of flowers, 63cm high (D)

Lot 1046

A pair of 19th century French porcelain figures, modelled as a trader and female companion, blue windmill type mark, 20.5 cm, a pair of Dresden porcelain figures emblematic of sight and smell and two Italian figure groups, one with Le Nove mark (6)

Lot 1

Italian majolica blue and white barber's bowl, painted with a putti riding on a dolphin, bordered by flowers and foliage, underglaze blue painted fish mark, 31.5cm diameter, and a Le Nove faience hexagonal bowl with shaped rim, painted with flowers on shaped base, underglaze blue mark to base, 24.5cm wide, (2), a/f

Lot 1

A late 19th century Le Nove pottery bowl the oval section sides pierced and moulded in the rococo taste painted with flowers on one side a lake scene on the other GB Viero and Nove marks 52cm across the handles (D)

Lot 1

A Le Nove circular plaque, c. 1870, with a painted river landscape, indistinctly signed, painted factory marks verso, entitled 'Bassano'. Some restoration, 48cm diameter

Lot 1

A Le Nove style faience inkstand, the rococo shape painted with flowers within rocaille detailed in pink and brown, 13cm wide and a Paris porcelain inkstand applied with a flower behind the sander and the raised neck of the ink compartment, 12cm wide (R)(2).

Lot 1

A rare Italian porcelain saucer, probably Le Nove, painted with a Turk seated on a green rock, a purple line rim, an incised 'O' mark, c.1770-80, 11.4cm. and a Meissen saucer painted in iron red with a ship, no mark, c.1730-40. (2) The Meissen saucer chipped and worn.

Lot 1

A late 19th century Le Nove tin glazed Monteith, decorated throughout with polychrome floral sprays, inscribed to the underside 'Nove' and comet with tail mark, 44cm diameter, 25cm high, (small glaze chips, large hairline)

Lot 1

Le Nove, faience wall bracket, the plinth supported above a bust of a maiden, festooned with acanthus leaves and fruits, polychrome glazes, 19th Century, 28cm

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